Prosegue l'iniziativa del GdV "La pizzeria dell'anno". Questa volta siamo andati a conoscere la pizzeria "Picchio d'oro" di Vicenza. Anche Francesco Cuomo, titolare e pizzaiolo dell'attività, sta facendo i conti con un 2020 complicato, tra lockdown e i numerosi dpcm. La chiusura dei locali alle 18, con il solo spazio al take away o alle consegne a domicilio fino alle 22, ha rivoluzionato il modo di operare dei ristoratori. Dunque tra i criteri di valutazione per "La pizzeria dell'anno" si dovrà tenere conto non solo della bontà della pizza, ma anche del nuovo servizio messo in atto dai gestori.
PICCHIO D'ORO. «La nostra peculiarità è la pizza in pala alla romana - racconta Francesco Cuomo, gestore da 16 anni della pizzeria "Picchio d'oro" in viale Trissino -. La caratteristica principale dell'impasto è l'idratazione: è composto da un'alta percentuale di acqua che lo rende molto leggero e digeribile, ma il bordo rimane croccantino. La nostra clientela trova sia questa pizza, sia la classica nel nostro take away. Abbiamo sempre avuto il servizio d'asporto, ma con la pandemia si è intensificato fino a comprendere non solo le pizze, ma anche i piatti del nostro ristorante». Quella del "Picchio d'oro" è un'attività a conduzione famigliare, ma è Francesco a occuparsi degli impasti. «Negli anni ho frequentato numerosi corsi d'aggiornamento fino a creare un impasto estremamente digeribile composto da farine classiche o da farine integrali - racconta Cuomo che con la sua attività ha partecipato anche alla scorsa edizione della sfida -. Nonostante i limiti dettati dal dpcm direi che non ci possiamo lamentare. Attualmente siamo sempre aperti in pausa pranzo e tutte le sere fino alle 22 con l'asporto, tranne il martedì. Quest'estate ci siamo destreggiati grazie agli ampi spazi del locale, ma si è sentita la mancanza dei turisti. Sono una persona ottimista, per cui spero che questa situazione si sblocchi quanto prima. Io e mia moglie Giovanna Pellegrino, che lavora con me in pizzeria, ringraziamo tutti coloro che ci stanno votando, clienti o amici. Tutto questo affetto ci fa capire che non siamo soli e che siamo sulla strada giusta nel gestire questa situazione di emergenza in attesa di tornare alla normalità».